martedì 10 maggio 2016

Monzesi uccisi nei moti del 1898, giovani padani depongono fiori

Correva il 7 maggio 1898 quando a Monza le truppe dell’esercito italiano spararono sulla folla colpevole solo di chiedere migliori condizioni di vita. Il popolo affamato chiedeva pane ma ricevette piombo dai militari al soldo dell’Italia unita e dei Savoia. A Monza, in piazza San Paolo, i carabinieri fecero fuoco sui cittadini, uccidendo sette manifestanti e ferendo decine di persone.  Questi i nomi delle vittime: Giacomo Castoldi, 44 anni, fornaio, Teresa Meroni, 42 anni, casalinga; Carlo Piatti, 20 anni, fonditore; Pasquale Vergani, 29 anni, cappellaio; Carlo Villa, 18 anni, cappellaio; Antonio Sala, 14 anni, commesso; Gerardo Assi, 27 anni, imbianchino. Sabato scorso, a 118 anni dagli avvenimenti, i Giovani Padani di Monza e Brianza hanno deposto fiori alla memoria, chiedendo alle istituzioni di porre una targa a imperituro ricordo della tragedia. 


“In questa data, come Giovani Padani di Monza e della Brianza, ma ancor prima come cittadini monzesi, abbiamo voluto commemorare le sette vittime della ferocia sabauda che, alla richiesta di pane del popolo, rispose a colpi di fucili. Erano nostri concittadini e sono stati completamente cancellati dalla Storia, di queste sette vittime innocenti nessuno ha memoria.  Chiederemo perciò al Sindaco di apporre una targa qui, presso Piazza San Paolo, dove avvennero i fatti, che renda loro memoria. Questa tragedia, ancor più grave se pensiamo che ebbe l'avvallo del Re, deve essere ricordata!” - dichiara Alberto Citossi, coordinatore dei Giovani Padani di Monza. 
“È incredibile – prosegue Alessandro Corbetta, Coordinatore dei Giovani Padani della Brianza -  che Monza non ricordi sette cittadini uccisi dai cannoni dell'esercito sabaudo e invece celebri ogni anno Umberto I, il re che ha dato l'ordine di sparare sulla folla a Monza e Milano causando centinaia di morti civili. Riteniamo che le nostre istituzioni locali debbano schierarsi dalla parte degli oppressi e non di chi ha permesso una strage simile.”


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