Intervento innovativo alla
ASST di Monza. L'équipe della struttura complessa di chirurgia vascolare
diretta da Vittorio Segramora ha impiantato su un paziente di 74 anni un nuovo
dispositivo.
Si chiama Aptus endoanchors
ed è un sistema di fissaggio che consente di agganciare e garantire
l’ancoraggio tra il tessuto dell’aorta e una endoprotesi fissata alla parete
aortica, la protesi cioè che permette di “riparare” l’aneurisma dell’aorta
addominale.
Ospedale San Gerardo di Monza |
“L’aneurisma dell’aorta
addominale – chiarisce il dott. Segramora - è una dilatazione patologica di un
tratto di aorta che, se non diagnosticata e trattata per tempo, può degenerare
sino alla rottura e tale evenienza, in un’altissima percentuale di casi, porta
al decesso del paziente. Il nuovo dispositivo Aptus consiste in una serie di
piccole “viti” di ancoraggio che vengono applicate a livello del colletto
aortico prossimale per fissare l'endoprotesi aortica alla parete, nelle condizioni
in cui il colletto aortico stesso si presenti corto, tortuoso, o con anatomie
che potrebbero rendere difficile l’esclusione dell’aneurisma ad opera dell’endoprotesi
aortica.
Sebbene l'utilizzo di
questo dispositivo non sia una prima assoluta, allo stesso tempo il suo
utilizzo è ancora limitato ed autorizzato dalla casa di produzione a pochi centri
d’eccellenza in Italia, 15 in totale, tra cui l’Ospedale San Gerardo.
Nello specifico, il
paziente, maschio di 74 anni, è stato sottoposto al posizionamento di endoprotesi
aortica per aneurisma dell’aorta addominale sottorenale con anatomia complessa.
Nel caso trattato, il colletto aortico prossimale si presentava con anatomia
sfavorevole, conica ed irregolare e per tale motivo si è deciso di utilizzare
le viti Aptus in combinazione con l’impianto di endoprotesi aortica.
Questi dispositivi
permettono di offrire l’intervento endovascolare, cioè mini invasivo, ad un
numero maggiore di pazienti portatori di aneurisma dell’aorta addominale con
anatomia vascolare complessa, per ridurre i rischi di persistenza di sangue e
la migrazione della protesi a distanza.
Il chirurgo vascolare che
esegue l’intervento può scegliere dove posizionare le viti e fissare la protesi
al colletto aortico prossimale. È così possibile garantire ottimi risultati e
minori tassi di complicanze a distanza, anche per pazienti con anatomie
aortiche sfavorevoli.
L’intervento è stato eseguito
dal dott. Segramora, con i colleghi Gaetano Deleo e Savino Pasquadibisceglie: è
durato 1 ora e 55 minuti, si è svolto in modo del tutto regolare con un ottimo
risultato finale così come il decorso post-operatorio ed il paziente è stato
dimesso in buone condizioni di salute dopo quattro giorni.
“Il fatto che l’ospedale
San Gerardo sia stato scelto per l’applicazione di questo dispositivo
innovativo – dichiara il Direttore Generale della ASST di Monza Matteo Stocco –
significa che viene riconosciuta l’elevata eccellenza e professionalità dei
nostri chirurghi”.
Nessun commento:
Posta un commento