C'è grande attesa per le disposizioni testamentarie di Bernardo Caprotti. Oggi il notaio Carlo Marchetti darà lettura delle ultime volontà del fondatore di Esselunga e le consegnerà integralmente agli eredi. Per il futuro della catena di supermercati si tratta di un passaggio-chiave che determinerà gli assetti della governance di uno degli imperi aziendali più noti nel nostro Paese, che può vantare un patrimonio immobiliare di oltre 2 miliardi, più di 7 miliardi di fatturato e un utile annuale di circa 290 milioni di euro.
Bernardo Caprotti |
Le cosiddette "quote legittime" riservano il 25% dell'eredità alla moglie Giuliana Albera e il 50% da ripartire ai 3 figli in parti uguali (ovvero il 16,66 a testa per i figli di primo letto Giuseppe e Violetta che per Marina Sylvia, figlia di Giuliana Albera). A fare la differenza sarà probabilmente il restante 25% del lascito ereditario. Se dovesse venire assegnato alla consorte o alla figlia Marina, le due donne potrebbero contare sul 66,7 % della holding di controllo (Supermarkets Italiani). Quest'ultima ipotesi garantirebbe alla holding la presenza di un socio a forte maggioranza, in grado di portare avanti la vendita del gruppo, ovvero quanto deciso nell'ultimo consiglio di amministrazione su preciso input del fondatore, incaricando Citygroup di valutare le manifestazioni di interesse per Esselunga. L'auspicio, che giunge da molte associazioni di categoria, è che la catena di supermercati resti in mani italiane, anche al fine di non depauperare ulteriormente la capacità distributiva dei prodotti made in Italy.
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