lunedì 22 febbraio 2016

Il pugno nell'occhio: il progetto dei mega chioschi a Monza

Arriveranno entro l’estate. E non se andranno più, perché almeno per 12 anni resteranno immobili ad occupare gli angoli più belli del centro storico di Monza. Stiamo parlando dei 13 mega-chioschi (metrature comprese da 20 mq a 70 mq) che, grazie all’attuale Sindaco e ai suoi Assessori, altereranno l’attuale aspetto  della città di Teodolinda e del suo nucleo medievale. 
Il progetto, dal sardonico nome “Le rive del Lambro”, sarà anche stato approvato con tutti i crismi della legalità e può anche darsi che piaccia a molti, ma a noi pare che le polemiche sollevate dalle Associazioni Culturali  siano più che giustificate. In effetti si fa abbastanza fatica a ravvisare l'utilità sociale del progetto, a meno di considerare sufficiente a tale scopo qualche accesso internet wi-fi e la distribuzione di materiale turistico. Due azioni che potrebbero benissimo essere svolte altrimenti. 
E dal punto di vista economico la solfa non cambia: poche le entrate previste per il Comune e molte invece per la SRL (di proprietà di un ex-assessore della giunta Faglia) che gestirà e assegnerà i super-chiosconi. Difficile poi definire temporanee delle strutture che resteranno fisse per 24 anni (12 anni rinnovabili per altri 12). Ventotto associazioni monzesi, capitanate da Ettore Radice,  hanno deciso di rivolgersi alla Soprintendenza, chiedendo di valutare il progetto nel suo complesso e non solo di esprimersi sulle singole installazioni.  
È assai probabile che l’iniziativa delle associazioni culturali non riuscirà a fermare l’operazione, ma ha l’indubbio merito di aver acceso i riflettori su questa vicenda.

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Monza, il rendering di un mega chiosco in Piazza Centemero - Via Italia



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