All’ENPA accade spesso di venire
chiamati per soccorrere un falco e di trovarsi poi di fronte un rondone che,
come noto, può apparire per via delle zampe e del becco come un piccolo rapace
ma dello stesso non ha certamente né le dimensioni né soprattutto la grinta. È per
questo che martedì 5 luglio, a seguito di una telefonata che segnalava la
presenza di un “piccolo falco” o di “una piccola aquila” in un capannone di
Brugherio (MB), la squadra di soccorso immediatamente partita, formata dal Presidente
Giorgio Riva e dal volontario Davide, si era portata la consueta
strumentazione risultata tanto utile nella cattura di piccoli volatili: un grosso retino prolungabile fino ad
una lunghezza di 5 mt per poter intercettare anche in volo gli animali.
Falco liberato dall'ENPA a Brugherio |
Arrivati sul posto, la sorpresa è
stata veramente notevole: nella sede della notissima Arco Spedizioni, situata sul confine tra Monza e Brugherio,
all’interno di un immenso capannone con volte alte quanto quelle di una
cattedrale, appollaiato sopra una lunghissima lampada al neon stava un
bellissimo esemplare di falco della
lunghezza di oltre 40
cm che ad un immediato controllo via internet
risultava essere precisamente un raro esemplare di astore (Accipiter gentilis),
un rapace diffuso soprattutto nelle zone montagnose anche del nostro paese e
molto più raramente in pianura, e una specie protetta. L'astore ogni pochi
minuti lasciava la sua postazione e tentava di riguadagnare la libertà
lanciandosi contro le vetrate (in particolare sempre le stesse due) che
contornavano interamente il tetto del capannone.
Risultata pateticamente insufficiente
l’attrezzatura che era stata portata al seguito, constatate le scarsissime
possibilità che l’animale scendesse dal pinnacolo su cui trovava per uscire dai
grandi varchi che venivano utilizzati in continuazione per il carico delle
merci sui camion in attesa alle ribalte, non restava che una ipotetica
soluzione espressa a mezza voce dal Presidente dell’ENPA: “bisognerebbe rompere o togliere i due vetri per consentire al falco di
tornare libero”.
Detto fatto. Con sua incredulità
questa richiesta veniva recepita da Francesca
Auria, dipendente della ditta che aveva fatto la segnalazione e seguiva le
operazioni, la quale la inoltrava immediatamente per via gerarchica all’interno
dell’azienda.
Con altrettanta velocità la risposta
ridiscendeva dalla direzione con un liberatorio “si può fare”. Immediatamente gli operatori della ditta, che nel
frattempo avevano seguito con grande partecipazione tutta la vicenda senza
smettere però un secondo di lavorare (in perfetto stile brianzolo!),
sgomberavano con velocissimi transpallet elettrici la zona sottostante i
finestroni, per permettere il libero accesso di un carrello elevatore con a
bordo due operatori, anch’esso quasi miracolosamente materializzatosi sul
posto.
I due addetti alla manutenzione si
sono elevati fino al primo dei grandi vetri tagliandolo con un apposito
strumento, mentre il rapace forse infastidito nel vedere due umani quasi alla
sua altezza si era spostato di una quindicina di metri su un traliccio più
lontano. Mentre gli operatori erano ancora assorti nel lavoro di eliminazione
della seconda vetrata, ecco all’improvviso un frullo d’ali e un proiettile
passare tra le teste dei due uomini ed infilarsi nello spazio della prima
finestra liberata. Un attimo e l’astore riprendeva velocissimo il volo nel
cielo brianzolo.
L’emozione che abbiamo provato in
quell’ora scarsa non è stata solo per la vista di un animale suo malgrado
prigioniero di una struttura artificiale che ha potuto riguadagnare la libertà,
ma soprattutto per la grande generosità
e disponibilità della dirigenza e degli operatori nell’Arco Spedizioni a
fare sì che questa piccola storia avesse un lieto fine. A loro i più sinceri
ringraziamenti dell’ENPA di Monza e Brianza.
Questo atteggiamento è stato ben
diverso da quello del titolare di una ditta di Lissone (MB) il quale, lo scorso
11 giugno, ha impedito ai volontari di entrare nel cortile per recuperare un
gatto gravemente ferito, morto dopo giorni di terribile sofferenza.
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