Correva il 7
maggio 1898 quando a Monza le truppe dell’esercito italiano spararono sulla
folla colpevole solo di chiedere migliori condizioni di vita. Il popolo
affamato chiedeva pane ma ricevette piombo dai militari al soldo dell’Italia
unita e dei Savoia. A Monza, in piazza San Paolo, i carabinieri fecero fuoco
sui cittadini, uccidendo sette manifestanti e ferendo decine di persone. Questi i nomi delle vittime: Giacomo Castoldi, 44 anni, fornaio, Teresa Meroni, 42
anni, casalinga; Carlo Piatti, 20 anni, fonditore; Pasquale Vergani, 29 anni,
cappellaio; Carlo Villa, 18 anni, cappellaio; Antonio Sala, 14 anni, commesso;
Gerardo Assi, 27 anni, imbianchino. Sabato scorso, a 118 anni dagli avvenimenti, i Giovani Padani di Monza e Brianza hanno
deposto fiori alla memoria, chiedendo alle istituzioni di porre
una targa a imperituro ricordo della tragedia.
“In
questa data, come Giovani Padani di Monza e della Brianza, ma ancor prima come
cittadini monzesi, abbiamo voluto commemorare le sette vittime della ferocia
sabauda che, alla richiesta di pane del popolo, rispose a colpi di fucili.
Erano nostri concittadini e sono stati completamente cancellati dalla Storia,
di queste sette vittime innocenti nessuno ha memoria. Chiederemo perciò al Sindaco di apporre una
targa qui, presso Piazza San Paolo, dove avvennero i fatti, che renda loro
memoria. Questa tragedia, ancor più grave se pensiamo che ebbe l'avvallo del
Re, deve essere ricordata!” - dichiara Alberto Citossi, coordinatore dei
Giovani Padani di Monza.
“È
incredibile – prosegue Alessandro Corbetta, Coordinatore dei Giovani Padani
della Brianza - che Monza non ricordi
sette cittadini uccisi dai cannoni dell'esercito sabaudo e invece celebri ogni
anno Umberto I, il re che ha dato l'ordine di sparare sulla folla a Monza e
Milano causando centinaia di morti civili.
Riteniamo che le nostre istituzioni locali debbano
schierarsi dalla parte degli oppressi e non di chi ha permesso una strage
simile.”
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