Con il suo show "The Apprentice" è entrato per
anni nelle case di tutti gli americani e ora, dopo i trionfi del Supertuesday,
sogna di conquistare la "Casa degli americani", quella Bianca in
Pennsylvania Avenue a Washington D.C.
Ma
sulla sua strada Donald Trump ha ancora molti ostacoli. Primo fra tutti
l’ostilità dichiarata dei media. Un ostracismo aperto, diffuso, mai visto
finora nei confronti di nessun candidato, né repubblicano né tanto meno
democratico. I motivi sono certamente molti e vanno dal riporto di capelli
arancione ai toni spesso e volutamente sopra le righe dell’immobiliarista
newyorchese. Ma sono state le sue
proposte definite, nel migliore dei casi, "populiste", ad aver
scatenato la permanente campagna di killeraggio mediatico. Il peccato mortale di Donald Trump è quello
di essersi dichiarato contrario all’immigrazione di massa e di aver usato
parole pesanti contro i messicani che varcano illegalmente il confine con gli
States. Perché ai padroni del vapore questo non piace. Per le multinazionali, proprietarie dei mezzi
di informazione da cui sparare quotidianamente su Trump, è meglio fare in modo
che la domanda/offerta nel mondo del lavoro sia talmente sbilanciata da poter
contare su una quantità infinita di manodopera a basso costo. Inoltre Trump,
altro peccato mortale, ha lanciato i suoi strali anche contro il Patto
transatlantico di libero scambio fra Europa e USA. Per non parlare della borsa
di Wall Street, per la quale il tycoon ha osato parlare di regolamentazione. È
per questo che oggi Martin Wolf, editorialista del Financial Times, definisce
Trump "un bullo narcisista, un promotore di fantasie paranoiche, uno
xenofobo e un ignorante assoluto"?
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Donald Trump |
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